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Carrara - Il marmo delle grandi opere

venerdì, 5 Aprile 2024
“Siamo arrivati velocemente a quelle mura candide: il loro nome è quello della sorella che splende della luce del sole. Con i sassi indigeni supera i gigli sorridenti, e la pietra splende di una luce lieve. Terra ricca di marmi, che con la sua luce dei colori sfida sontuosa la neve immacolata.” - Del suo ritorno - Rutilio Namaziano
Queste romantiche parole del poeta Claudio Rutilio Namaziano, attivo nel V secolo d.C., furono tra le prime ad essere state usate nella letteratura per descrivere il marmo di Carrara. In questi celebri versi ritroviamo un sentimento vivo anche nella storia moderna del marmo apuano, dal Rinascimento in avanti, quando il Carrara diventò particolarmente amato per le sue caratteristiche intrinseche, come la sua lucentezza, il candore, la brillantezza, che rappresentano gli elementi chiave della monumentalità moderna. Il marmo di Carrara ha alle spalle una lunga storia, particolarmente interessante per capire il motivo per cui è ritenuto il marmo più usato e ricercato al mondo. 155 a.C. Una delle opere romane in marmo più antiche si trova al Museo Archeologico Nazionale di Luni ed è la base della statua dedicata a Marco Claudio Marcello, il generale che nel 155 a.C. riuscì a sconfiggere definitivamente i liguri apuani: fu proprio a partire da quell’anno che i romani iniziarono a sfruttare intensamente il marmo delle cave di Carrara, che veniva adoperato soprattutto come materiale da costruzione. 27 a.C. In età imperiale con la salita al trono dell’Imperatore Augusto la situazione cambiò: con il nuovo ordinamento dello stato subì una trasformazione anche la politica culturale di Roma. Attraverso l’implementazione di un progetto culturale, ora arte e impero procedevano congiuntamente. Una delle prime esigenze dell’imperatore era proprio dotare l’Impero Romano di una precisa identità culturale, con il fine di consolidare l’autorità dell’impero e il suo prestigio. Sotto l’impero Augustiniano cominciò un’arte celebrativa che vedeva nel marmo uno dei suoi materiali privilegiati. Il marmo cominciò dunque a essere impiegato non solo per l’edilizia pubblica, ma anche per quella privata. 476 d.C. La caduta dell’impero romano concise con un periodo piuttosto sfortunato per le cave di marmo, perché per secoli l’escavazione di blocchi venne quasi azzerata, e nei pochi casi in cui le per le nuove costruzioni veniva impiegata la pietra naturale si operava attraverso il riutilizzo di materiale, attraverso la spoliazione di edifici antichi. Per assistere a una nuova fioritura del marmo occorrerà aspettare l’anno Mille, quando l’escavazione riprenderà a ritmi sostenuti. 1400 d.C. Per arrivare alla rinascita del monumento come struttura o come opera celebrativa svincolata da un contesto architettonico, dovremo attendere Donatello, il primo artista moderno a realizzare un monumento in questa accezione. Si tratta del monumento al Gattamelata, il condottiero Erasmo da Narni, realizzato tra gli anni Quaranta e gli anni Cinquanta del Quattrocento, che si può ammirare ancora oggi a Padova di fronte alla basilica di Sant’Antonio. Nel Medioevo iniziò anche il mito dei grandi artisti che si recavano personalmente in città per scegliere i marmi da cui far nascere i loro capolavori. Uno di questi fu proprio Michelangelo Buonarroti che soggiornò diverse volte a Carrara per scegliere i marmi per scolpire i suoi capolavori: la prima volta a poco più di vent’anni, nel 1497, quando ricevette l’incarico di scolpire la Pietà Vaticana per il cardinale francese Jean Bilhères de Lagraulas. Il primo caso importante di monumentalità in marmo in una piazza pubblica fu il David di Michelangelo, scolpito da un unico blocco di marmo di Carrara. È interessante notare che il David non nacque inizialmente come monumento, perché era stato progettato per decorare uno dei contrafforti del Duomo di Firenze. Nel 1504, quando Michelangelo aveva quasi finito di scolpire l’opera, a Firenze si pose il problema di dove sistemarla dato che sull’ubicazione prevista erano sorte diverse problematiche (il progetto iniziale prevedeva infatti la realizzazione di altre dieci opere delle stesse proporzioni, ed era diventato impensabile principalmente per ragioni di tempistiche e costi). il David era un’opera tanto fuori dall’ordinario da essere considerata “sprecata”, per così dire, per una collocazione a ottanta metri d’altezza. La Repubblica di Firenze radunò dunque una commissione, formata dai più grandi artisti del tempo (tra gli altri: Leonardo da Vinci, Sandro Botticelli, Filippino Lippi, Piero di Cosimo, il Perugino, Lorenzo di Credi), e si decise per l’idea di Filippino Lippi: ubicare l’opera vicino all’ingresso di Palazzo Vecchio (dove oggi si trova la copia ottocentesca). Il David posto sulla pubblica piazza, non rappresentava più un’opera di carattere religioso, ma diventava un monumento “laico”, simbolo delle virtù civili della Repubblica fiorentina: la forza e l’intelligenza della città, la vittoria della Repubblica sulla tirannide, il coraggio nell’affrontare i nemici. 1700 d.C. Nel Settecento, la città di Carrara divenne un centro importante perché la monumentalità in marmo si diffuse in tutto il mondo. Le cave lavoravano come mai prima di allora, e gli artisti iniziarono a frequentarle con una certa intensità. In epoca neoclassica rifiorì anche la Scuola del Marmo di Carrara che fino ad allora non aveva ricevuto seguito. 1900 d.C. Anche durante il Ventennio Fascista il marmo di Carrara venne utilizzato per produrre molte opere. L’Obelisco del Foro Italico è forse uno dei monumenti più famosi. Progettato dall’architetto Enrico del Debbio, rappresenta il vigore e la prestanza fisica, e si ispira all’architettura della Roma Imperiale. Il blocco da cui fu scolpito l’obelisco del Foro Italico passò alla storia come il “Monolite”, il più grande blocco che sia mai stato cavato a Carrara in tutti i suoi secoli di storia (era un blocco da 300 tonnellate). La società di oggi ha trovato molti altri modi per ricordare personaggi e momenti storici di rilievo, per questo i monumenti celebrativi non vengono più commissionati. se un tempo era la scultura a incarnare tutti i desideri di continuità e le ambizioni all’eternità coltivate dall’essere umano, nel mondo contemporaneo è invece l’architettura a farsi carico di queste aspirazioni, e sono i grandi edifici e i grandi complessi architettonici a essere diventati probabilmente i simboli più evidenti della contemporaneità. L’impiego del marmo comunque continua ancor oggi, dal momento che è diventato uno dei materiali impiegati nelle decorazioni degli ambienti degli edifici contemporanei, ed è ancora molto ricercato anche per gli edifici più importanti, realizzati dai grandi architetti che molto spesso impiegano il marmo per gli apparati decorativi dei loro edifici.
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